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L’Alta Via dei Monti Liguri a Ponente

L’Alta Via dei Monti Liguri a Ponente

La Liguria non è solo mare.

Questa regione racchiude anche bellissimi percorsi e paesaggi di montagna, radure, colline, con una vista che spazia sul mare sino all’isola della Corsica. Nelle giornate più limpide si possono vedere anche il Monviso e il Massiccio del Monte Rosa.

Stiamo parlando dell’Alta Via dei Monti Liguri, un tracciato di circa 440 chilometri che attraversa tutta la Liguria, partendo da Ventimiglia e arrivando a Ceparana, nella provincia della Spezia. Si sviluppa lungo il crinale dei monti. Sono 43 tappe che attraversano sentieri dalle origini antichissime, percorsi un tempo da contadini, mercanti e pastori, infatti in molti casi si tratta di mulattiere e in nessun sentiero è presente l’asfalto.

Per il fatto di aver conservato le caratteristiche di un tempo, anche grazie alle opere di manutenzione del territorio, l’Alta Via si presenta com’era una volta e può essere percorsa dai bambini. La si può attraversare anche in bicicletta o mountain bike e persino a cavallo, magari sul dorso di un Bardigiano, una razza locale. Ci sono inoltre percorsi facilitati, per i disabili, gli ipovedenti e coloro che hanno difficoltà di motorie.

Se volete una gita completa potete rivolgervi alle guide alpine dell’associazione Alta Via dei Monti Liguri. Per i più temerari invece ci sono il parapendio, lo sci di fondo su piste segnate e fuori-pista, l’arrampicata, oppure si possono scendere i torrenti, a bordo di canoa o kayak, tra gole e cascate.

L’Alta Via è contrassegnata dalle strisce bianca e rossa, con la scritta AV al centro.

Da Ventimiglia sino a Genova, quindi dal lato di Ponente, l’Alta Via comprende le seguenti tappe: Nervia, Alpi liguri, Melogno, Beigua, Praglia.

Questa “lunga” strada passa anche attraverso aree naturalistiche protette, quali: i parchi regionali delle Alpi Liguri (tappe dalla 3 alla 7) e del Beigua (tappe dalla 19 alla 20). Tra le aree di maggior pregio figurano: i boschi di Gouta e Testa d’Alpe (tappa 3), le vette calcaree del Toraggio e del Pietravecchia (tappa 4), gli alti crinali dei monti Saccarello e Frontè (tappe 5 e 6), il gruppo montuoso del Galero e dell’Armetta (tappe 9 e 10), le faggete del Monte Carmo e del Melogno (tappe 13 e 14), la Riserva naturalistica dell’Adelasia (tappa 17) e gli altipiani di Punta Martin e di Praglia (tappe 22 e 23).

Vediamo meglio le tappe e le loro caratteristiche.

Val Nervia

Da Ventimiglia alla foresta di Testa d’Alpe si attraversano terrazzamenti a ulivo e vigneti di Rossese. Salendo s’incontrano cespugli di timo e lavanda, che si alternano alla flora alpina. Qui si trovano svariate tipologie di alberi, per esempio lecci, aceri e faggi e di animali selvatici. Un passaggio molto suggestivo è il Sentiero degli Alpini, scavato nella roccia a strapiombo, si estende lungo le pendici orientali dei monti Pietravecchia e Toraggio.

Alpi Liguri

Il percorso si snoda attraverso boschi di conifere e vaste praterie. Dalla cima del monte Saccarello (2.201 m) si gode di uno stupendo panorama su mare e monti. Su questa montagna, a quota 2.166 metri, sorge la statua in ghisa del Redentore, mentre ai suoi piedi si trovano gli antichi borghi di Realdo e Verdeggia. Anche in questa tappa si incontra un ambiente variegato, da un punto di vista faunistico.

Melogno

Questo tratto dell’Alta Via dei Monti Liguri è caratterizzato dai rilievi Galero, Rocca Barbena e Carmo di Loano, i quali sono conosciuti come “I Giganti di pietra”. Dalle loro vette si possono ammirare le valli Tanao e Pennaviara. Nella zona del Melogno i boschi sono ricchi di mirtillo, ginepro nano e rododendro. La Faggeta del Melogno costituisce, da secoli, un’importantissima risorsa per le popolazioni locali.

Monte Carmo di Loano

Beigua

La tappa del Beigua si sviluppa in una delle aree a più alta densità boschiva d’Italia. Lungo il percorso s’incontrano valichi costeggiati da fortificazioni ottocentesche e altre opere militari. Al Colle del Giovo si entra nel Parco del Beigua. È facile incontrare gruppi di daini nella riserva naturalistica, mentre sugli altipiani sassosi e nelle valli vicine si possono avvistare diversi esemplari di rapaci diurni.

Praglia

Si può accedere a questa tappa utilizzando le linee ferroviarie a Masone e, più a est, a Crocetta d’Orero, dove passa il trenino di Casella. La “via della memoria”, verso Piani di Praglia, è disseminata da lapidi e cippi, per non dimenticare le vicende storiche legate ai partigiani, che si sono svolte qui durante la seconda guerra mondiale. Non si può saltare Punta Martìn, per i fenomeni erosivi che presenta. Nei dintorni ci sono anche i Laghi del Gorzente, dai quali si possono vedere neviere ancora in buono stato di conservazione.

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