Il Piccaro, un trekking monti e mare
- febbraio 17, 2019
- by
- Residence Oliveto
Una passeggiata vista mare
Il sole, il clima più mite e il cielo limpido… i segnali per una bella passeggiata all’aria aperta ci sono proprio tutti… allora cosa aspettiamo? Dopo le fredde giornate di gennaio, ”fredde…“ si fa per dire…, perché qui, l’inverno è quasi primavera, la natura ci offre spettacoli meravigliosi. Infinite sfumature blu del mare, con i monti alle spalle che ci regalano un reticolato di sentieri immersi nella macchia mediterranea ma…vista mare, questa è la Liguria!
Un tuffo nella macchia mediterranea
Se camminando sulla spiaggia alziamo lo sguardo…ecco l’estremo lembo della dorsale costiera, ricoperto dalla macchia mediterranea che termina in mare separando con un capo roccioso Ceriale da Borghetto. Lassù, sulla cima, sorge un caratteristico bianco tabernacolo visibile da molti punti della costa, grazie anche alla luce accesa durante le ore notturne. Raggiungerlo non è poi così difficile… Si, proprio questo è il bello della Liguria, passare un attimo dal mare alla montagna!!!
Un trekking sul Piccaro, è così che si chiama il monte, ne è il classico esempio. Una bella escursione ad anello, breve e poco faticosa è raccomandabile anche in inverno, grazie alla quota modesta e alla favorevole esposizione.
Con Maurizio Pupi Bracali, conoscitore dei sentieri della zona nonché autore di numerosi gialli ambientati proprio in questi luoghi, ci incamminiamo lungo Vico Vietta e, attraversando un sottopasso, in un attimo, siamo già in mezzo agli uliveti con il mare alle spalle. Lungo il tragitto il nostro compagno di viaggio racconta vari aneddoti e cita tratti dei suoi romanzi. Come lui, anche il suo personaggio, “l’ispettore Calcagno”, è un amante delle passeggiate sul Piccaro … Camminando nella macchia mediterranea, con il profumo del timo e le ginestre in fiore, le piante di corbezzoli, … ci avviciniamo al Castello Borelli ….
Il Castello Borelli
L’ottocentesco castello, fu costruito sulla falsariga di una fortificazione medievale, dall’Ing. Borelli, un ingegnere ferroviario, che collaborò con Germain Sommeiller, alla progettazione del traforo del Frejus sulla linea Torino-Lione. Senatore del Regno d’Italia dal 1892, ricoprì anche la carica di consigliere comunale al comune di Borghetto Santo Spirito, dove morì nel 1905. Durante gli scavi per la costruzione del castello emersero diversi reperti romani, tra cui un’ara, dedicata alle dee matrone, ed un sacello romano con monete, anfore e resti di vasi. Nel medioevo, la stessa zona fu occupata dall’Ospizio monacale di Santo Spirito, da qui il nome del borgo fondato nel 1288.
Un’attenzione particolare meritano le opere di idraulica, una rete di irrigazione raccoglie le acque piovane di tutta la montagna e le convoglia attraverso canalette pluviali, in parte ancora evidenti ai lati della carrareccia e in parte sotterranee, in cisterne e dighe a monte del castello. Una di queste, un incavo roccioso di forma irregolare che contiene una massa d’acqua verdastra e immobile è ancora ben visibile.
Una sosta alla “vasca delle tartarughe” è un rituale consolidato per Pupi che si sporge leggermente per lanciare piccoli pezzi di pane nell’acqua salmastra. Subito i dorsi marroni di una coppia di tartarughe, ne abbiamo contate sette in totale, fa capolino, cosi anche noi, ripercorrendo quei luoghi descritti dall’autore, proprio come i protagonisti del suo romanzo “Il buio prima dell’alba”, siamo qui sulla scena del delitto… per vedere le tartarughe.
Salendo, ai lati della carrareccia notiamo le canalette, che una volta portavano l’acqua al castello.
Vista Sull’abbazia di S. Pietro in Varatella
Un reticolato di sentieri parte da lì per arrivare fino al Monte Croce e in cresta fino al Santuario di Balestrino. Ma…non occorrerà salire certo così in alto per godere di una vista mozzafiato, siamo ora al primo panorama; qui è già uno spettacolo ma…nulla in confronto a quello che vedremo lassù!
Dopo un breve tratto, imbocchiamo un sentiero sulla sinistra, la segnaletica riporta un quadrato rosso che indica la salita in cresta fino al Santuario di Balestrino e l’indicazione S.L. Si tratta proprio del famoso Sentiero Liguria che attraversa tutta la costa dall’estremo ponente a levante. Il tratto che stiamo per percorrere costeggia il versante di Borghetto, un percorso semi nascosto nella macchia mediterranea con il profumo del timo che ci accompagna per tutto il tragitto. Di fronte a noi si apre ora la vista sulla Val Varatella e possiamo scorgere facilmente l’ingresso delle Grotte di Toirano.
Un po’ più in su, sulla sommità del monte omonimo, l’Abbazia di San Pietro in Varatella, un antico Monastero Benedettino ricco di storia e di leggende, facilmente riconoscibile per la sua forma tondeggiante.
Secondo la leggenda, ai tempi delle persecuzioni dell’imperatore Nerone, San Pietro, uno dei dodici apostoli, accompagnato da moglie, figlia e alcuni discepoli, vi giunse fuggendo da Antiochia. Qui edificò la prima chiesa in Italia destinata al culto cristiano, per proseguire poi il suo viaggio verso Roma, dove sarà martirizzato. I monaci benedettini, grazie ad una cospicua donazione da parte di Carlo Magno, svilupparono l’attività agricola nella valle.
Un panorama mozzafiato
Dopo questo breve tuffo nel passato, il sentiero volge nuovamente verso il versante di Ceriale salendo leggermente attraverso gli arbusti per aprirsi all’improvviso con una vista a 360 gradi sulla costa. Da un lato il golfo fino a Capo Noli, dall’altro la piana di Albenga e la costa fino a Capo Mele, di fronte il mare blu con l’isola Gallinara e alle spalle il percorso prosegue lungo il crinale raggiungendo in successione il Monte Croce, il Monte Acuto e, ancora, il Poggio Grande. Nonostante l’altitudine poco elevata, siamo appena a 300 metri sul livello del mare, il panorama toglie il fiato.
Ed eccola, la piccola cappella votiva, la nicchia della Madonna della Guardia, da sempre protettrice di Borghetto, proprio quella che osservavamo dalla spiaggia… All’interno i bigliettini con voti e speranze di tanti che, prima di noi, hanno goduto di questo panorama.
Il ritorno sulla passerella panoramica
Dopo una breve sosta per le immancabili foto di rito, con gli occhi ancora pieni meraviglia iniziamo la discesa. La vista del mare blu ci accompagna… i bastoncini da trekking si rivelano davvero utili! Lentamente scendiamo sul versante di Borghetto, attraversiamo la piazza principale e…ops, stiamo già percorrendo la nuova passerella panoramica a sbalzo sul mare con il suono delle onde che si infrangono sugli scogli accarezzati dalla brezza marina. Uno sperone di roccia solitario, noto dai “locals” come scoglio della Galea, ed ecco le scale che scendono dalla passerella… siamo tornati a Ceriale.
Pare impossibile, poco fa eravamo lassù e non avremmo potuto fare a meno degli scarponcini da trekking ed ora, attraversata la bella pineta, la nostra passeggiata termina in riva al mare, anzi a piedi nudi nell’acqua ma…. con lo sguardo volto lassù dove ora, al tramonto, si vede una luce …. Anche noi possiamo dire di esserci stati
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